Bianco o nero? Maschio o femmina? Snivy, Tepig o Oshawott? Allenare i propri preferiti o i più forti? Cambiano i colori, ma le domande rimangono sempre le stesse quando deve uscire un nuovo gioco di Pokémon. Dopo i deliziosi Remake di Oro e Argento su DS, tutta la Poké community del mondo si aspettava che gli episodi successivi sarebbero usciti sul nuovo 3DS. Invece nonostante tutto, eccoci nuovamente a caccia di creature tascabili in compagnia del nostro fidato DS. Salutate la mamma, mettete tutte le pokeball necessarie nello zaino e via, verso una nuova e immensa avventura Pokémon.
Questa volta il pellegrinaggio per diventare il più grande allenatore di tutti i tempi avverrà nella nuova regione di Unova. Affrontare i capi palestra, sventare i piani dei criminali, sconfiggere la lega e catturare le svariate leggende del mondo. Solita routine no? Sbagliato. Per tutti cloro che si lamentavano della solita minestra riscaldata, Nintendo ha ben pensato di variare la formula base della storia e tutto grazie alla caratterizzazione del Team Plasma. Questa volta infatti non ci troveremo ad affrontare l’ennesimo pazzo scriteriato a capo di un manipolo di sgherri in costume disposti a tutto pur di distruggere/conquistare il mondo. Le intenzioni del Team Plasma sono molto più nobili: liberare i Pokémon dalla schiavitù degli esseri umani e per far ciò l’unico modo è quello di diventare campioni della Lega. Questo vuol dire che per una volta i cattivi siamo noi? Non proprio e a differenza di quanto suggerisce il titolo, non tutto è classificabile come bianco o nero.
La narrazione per una volta si attesta su ottimi livelli, contrariamente agli episodi precedenti dove una trama infantile era più che altro un pretesto per mettere in scena le battaglie tra i vari mostri. Non siamo certo ai livelli dei JRPG più quotati, ma la trama si difende bene, anche se come al solito, giocare a Pokémon solo per sapere come va a finire, equivale a perdersi il 50% del gioco.
Veniamo alle battaglie dunque, croce e delizia della serie. Nonostante anche a questo giro il sistema di base sia rimasto lo stesso a turni, tutta una serie di piccole novità hanno contribuito a svecchiare l’intera formula. Oltre a156nuovi mostri introdotti per questi episodi (per un totale di 650 Pokémon!), gli sviluppatori hanno introdotto tutta una serie di nuovi attacchi, nuove abilità, la rivisitazione di alcune mosse storiche e finalmente la possibilità di poter usare le TM su diversi Pokémon senza che esse si rompano. Anche i particolari oggetti in vendita nei vari negozi avranno nuovi effetti, una su tutte la possibilità di agire su tutto il team, non solo sul Pokémon attivo. Infine, le nuove lotte tre contro tre, mostrate a più riprese da Nintendo, in grado di offrire un modo totalmente nuovo (e più tattico) di approcciarsi alla battaglia, in quanto la posizione di un Pokémon influisce sull’avversario selezionabile.
Persino il gioco al di fuori delle battaglie è stato reso più snello e interessante, grazie alla minor presenza di estenuanti caverne ricolme di Zubat e aree che richiedono continui pit stop al centro medico per poter prendere il Pokémon con la giusta HM. Senza dimenticare che ora il protagonista si muove molto più velocemente e che tra una versione e l’altra sarà addirittura possibile esplorare aree inedite assenti nell’edizione complementare, la Black City e la White Forest.
Il Multiplayer, anch’esso potenziato, questa volta si avvale di un nuovissimo dispositivo, il C Gear (sostituto del vecchio PokéGear) che occupa permanentemente il touchscreen del DS. Grazie ad esso è possibile monitorare costantemente la situazione intorno a noi tramite comunicazione locale, WiFi e persino infrarossi.
Uno degli argomenti più spinosi quando si acquista un nuovo gioco della serie è sempre stato la caratterizzazione dei nuovi Pokémon. Saranno in grado di reggere il confronto affettivo con mostri sacri come Charizard, Pikachu, Espeon e Mewtwo? Le reazioni saranno senz’altro contrastanti, ma di fronte a un trio di starter così simpatici e con dei Pokémon in copertina dal deisgn così ‘leggendario’, è impossibile rimanere impassibili. Non ci vorrà molto prima di riconoscere in Patrat un novello Rattata, in Haxorus il nuovo Salamence e così via. E a coloro che si lamentano che a GameFreak abbiano finito le idee, aspettate di vedere la maestosa evoluzione di Snivy, l’ingranaggio Klink, la candela Litwick e le sue evoluzioni o il simpatico orso Cubchoo. In generale si nota molto l’ispirazione da oggetti di uso quotidiano uniti a una passione per il bizzarro piuttosto che il classico e inflazionato unicorno infuocato o l’ennesimo insetto che non piace a nessuno.
Oltre la qualità delle creature, un altro vezzo a cui la serie Pokémon ci ha da sempre abituato, è la longevità potenzialmente infinita. Bianco e Nero non fanno certamente eccezione. Riprendendo il concetto precedentemente espresso che giocare a Pokémon per la sola storia equivale a perdersi gran parte del divertimento, anche qui il gioco vero e proprio inizia una volta sconfitta la Lega. Quello che solitamente viene definito PostGame, qui altro non è che il cuore pulsante del gioco. Liberatisi infatti dalla storia, il gioco si schiude in tutta una serie di attività e possibilità come l’esplorazione del continente alla scoperta dei segreti che lo popolano, la caccia alle leggende, il completamento del PokéDex, le sfide gli allenatori più forti, le nuove gare sportive che sostituiscono i concorsi di bellezza e l’allenamento delle proprie creature in vista di sfide con amici (e non solo loro, grazie alla Nintendo WiFi Connection).
Rispetto agli episodi precedenti, Bianco e Nero rappresentano un notevole passo in avanti anche sotto il profilo tecnico. La prima cosa che balza subito all’occhio è che adesso alcuni passaggi sono strutturati interamente in 3D, con scorci notevoli e soluzioni prospettiche diverse dal solito volo d’uccello. Durante le battaglie adesso gli sprite sono completamente animati, esibendo persino diverse espressioni in base allo status negativo che gli affligge, il tutto mentre la solita pelota di effetti speciali invade lo schermo tra fiamme e fulmini.
Il processo di svecchiamento è persino arrivato a toccare l’aspetto audio della serie, da sempre ancorato a stereotipi e clichè fatti di tipici brani tanto semplici quanto infantili. I temi musicali ora risuonano più carichi e intensi che in passato, con soluzioni particolari come suoni su più livelli, senza comunque tradire l’origine 8Bit che ha reso celebre la saga. Pregevoli anche i versi dei nuovi Pokémon, ognuno con un suo campionamento specifico in grado di far dimenticare i vecchi rumori di quando scendeva in campo Pikachu.
I migliori episodi della serie dunque? Senz’ombra di dubbio il livello di qualità raggiunto è notevole, con un giusto compromesso tra innovazione e tradizione. Tuttavia nonostante l’encomiabile lavoro svolto dagli sviluppatori, i detrattori della serie difficilmente cambieranno idea con Bianco e Nero e persino i vecchi appassionati potrebbero trovare il metagame competitivo fin troppo sbilanciato verso l’offensiva pura rispetto ai vecchi Rubino e Zaffiro. Tutti gli altri invece troveranno non solo un ottimo gioco e l’ennesimo capitolo di una storica serie, ma un intero mondo pulsante e vivo, fatto di avventure e combattimenti, dove amicizia e interazione (coi propri amici e i propri Pokémon) sono la chiave del successo.
